PIAZZA ARMERINA- Lavoro al tempo di Covid.
PIAZZA ARMERINA- Lavoro al tempo di Covid. O meglio come è cambiato e come cambieranno i rapporti di lavoro, dopo l’epidemia che ci ha travolti. A cinquant’anni esatti dall’adozione dello Statuto dei Lavoratori, la madre di tutte le norme che disciplinano il diritto del lavoro, nuovi protocolli, nuove regole, adempimenti più stringenti sono destinate a far discutere esperti, giuristi, uomini di legge, esponenti del mondo sindacale e delle associazioni di categoria, chiunque sarà chiamato ad immergersi nella complessa materia giuslavoristica. Ne abbiamo voluto parlare con l’avvocato Giuseppe Barresi, giuslavorista cinquantenne, professionista del Foro di Enna, affermato legale di settore, neo eletto tra i dodici componenti del Consiglio Esecutivo Regionale dell’Associazione Giuslavoristi Italiani, l’AGI. L’abbiamo raggiunto nel suo studio a Piazza Armerina, per un confronto sull’argomento.
-Avvocato Barresi, il Covid ci ha cambiato la vita, a tutti senza eccezione alcuna. Questa pandemia che effetti sortirà sui rapporti lavorativi?
“Nessuno può oggi dire con certezza, quali saranno le conseguenze future ma un dato chiaro già emerge: i nuovi protocolli sulla sicurezza, i controlli stringenti che scaturiranno da parte degli organi ispettivi, le responsabilità aggiuntive per i datori di lavoro, stravolgeranno gli asset del mondo del lavoro. Nessuno sarà esente dal dover necessariamente mettere in moto, una serie di adempimenti di legge, minuziosi e talvolta complessi, per poter svolgere con serenità e discplina il proprio lavoro. Tutta la normativa in materia sarà interessata”.
-Non solo protocolli ma anche nuovi modelli contrattuali o nuove soluzioni giuridiche per regolamentare tempi e modalità di lavoro, quindi?
“Assolutamente si.
Ci prepariamo ad una rivoluzione inevitabile. Penso all’implementazione di modelli contrattuali già esistenti e/o ai nuovi modelli contrattuali che saranno elaborati, alle ipotesi di risoluzione dei rapporti di lavoro per svariate motivazioni che ne seguiranno ma penso, sopratutto, ai licenziamenti per giustificato motivo oggettivo, oggi blindati dall’emergenza, ed alla necessità di nuove regole, di tutele per imprese e lavoratori nella speranza che possano giungere tempestivamente. Tutto è in divenire.
Comunque soltanto studiando e approfondendo, quotidianamente, caso per caso, gli aspetti che emergeranno dalle dinamiche lavorative post Covid, potremo avere tra qualche tempo, un primo quadro degli inevitabili effetti scaturenti dalle novità in materia già in atto.”
-L’AGI, la vostra associazione professionale, quali azioni ha messo in moto per affiancare i suoi associati e dar voce alle rinnovate istanze che provengono dall’universo lavorativo?
“ Partiamo da un elemento di fondo: il lavoro subirà profonde trasformazioni. Potrebbero profilarsi meno vincoli, meno rigidità, meno orari fissi più lavoro da casa anche una volta superata l’emergenza.
Culturalmente sarà un cambiamento importante e tutti i rapporti di lavoro dovranno adattarsi a questa nuova situazione. Alcuni capisaldi resteranno immutati ma tanti altri aspetti subiranno inevitabili modifiche. Ecco perché la nostra associazione per stare al passo con i tempi, organizza periodicamente, già da settimane, seminari di approfondimento, rivolti ai professionisti giuslavoristi per illustrare le novità e analizzare i risvolti che le mutate esigenze e condizioni ambientali, stanno provocando nel nostro settore”.
-E’ esagerato parlare di una nuova specificità richiesta alla vostra figura professionale, viste le ricadute anche sociali che il Covid avrà sui lavoratori?
“Direi di no. Il mondo del lavoro è sempre stato interessato da una normativa in costante evoluzione e da una giurisprudenza spesso mutevole ed oggi lo sarà ancor di più.
Il Covid ha modificato la nostra vita lavorativa ma soprattutto relazionale. La protezione della posizione lavorativa assurgerà ad elemento imprescindibile per preservare tutta la sfera personale, familiare, economica a soprattutto relazionale di ogni individuo. Oggi più di ieri e questo in considerazione del fatto che aumenterà la disoccupazione, crescerà la conflittualità, saranno necessari paracaduti sociali ed economici più efficaci per evitare che gli impatti lavorativi possano arrecare danni insanabili sulla nostra vita giornaliera. Basti pensare che in Sicilia, l’indice di disoccupazione per il 2019, quindi pre Covid, pubblicato qualche giorno addietro, è par al 20%, appena dopo la Calabria e tra le prime quindici posizioni in Europa, in compagnia di altre regioni spagnole, francesi, greche. Immaginiamo cosa potrebbe accadere alla fine del 2020”.
Davvero una grossa rivoluzione che dovrà trovarci quanto mai preparati alle sue imprevedibili conseguenze.
rlferrara