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Un durissimo atto d’accusa, condensato in dieci dettagliate pagine.

Un durissimo atto d’accusa, condensato in dieci dettagliate pagine. Il ragioniere capo Alfonso Catalano lascia l’incarico con una pec indirizzata al sindaco, al consiglio comunale, al collegio dei revisori ed al servizio ispettivo di finanza pubblica. Elencando una lunghissima serie di attività politiche e amministrative condotte dal settembre 2017 sino allo scorso 11 maggio contro la propria persona. Tutto questo ad appena 30 giorni dal dissesto, senza ancora il nuovo piano delle tariffe di tutti i servizi comunali e con una nota durissima della Corte dei Conti, ancora pendente sul capo di Palazzo di città, in attesa di risposta. Un rombo di tuono, il j’accuse del dottor Catalano, una sfilza di richieste di accesso agli atti, di attività ispettive, di richiesta di provvedimenti disciplinari con nomi e cognomi degli esponenti istituzionali, coinvolti a vario titolo, nell’azione politica comunale. Una decisione dai toni aspri e duri che non lascia spazio a ripensamenti e che apre una crepa vistosa e profonda sui muri dell’ufficio di ragioneria di piazza Garibaldi. Ne riparleremo più approfonditamente.
rlferrara